Senza neanche tentar
di trovare altre parole
oltre a quelle già dette e ridette
scordate e perdute...
rifletto sulla tua ombra.
Leggera si muove
sopra i fiori trapuntati del letto
sfiora i quadrati del pavimento
si sposta scivolando
sulle pareti di stoffa
... sotto il tuo corpo si nasconde
quando stanco
posi la testa sul cuscino.
La cerco con lo sguardo
già sicura di non trovarla
quando al mattino
solo l'aria
profuma di te.
(Lina Lanza)
1 commento:
L'ombra è un concetto della psicologia analitica introdotto da Carl Jung. Analizzando il tema dell’Ombra nell’opera di Jung attraverso una prospettiva storica si può osservare uno sviluppo diacronico, e nella fattispecie si può notare come nelle opere Simboli della trasformazione (1912), Psicologia dell’inconscio (1912-42), Tipi psicologici (1921), l’ombra è trattata come accezione meramente psicologica, ossia come parte inferiore della personalità e coincide con il concetto di inconscio personale. Successivamente si assiste ad una graduale evoluzione che coglie dell’ombra l’aspetto sovrapersonale e sovratemporale allargandosi poi alla problematica del male: problematica che trova la sua più matura espressione in Psicologia e alchimia (1944), Aion (1951), Risposta a Giobbe (1952), Mysterium Coniunctionis (1955). Si passa dunque da una concezione personale dell’ombra, come somma del negativo dell’individuo, ad una concezione sovrapersonale, in cui l’ombra è ombra assoluta, il negativo dell’esistenza, il male. Distinguiamo quindi un'ombra come parte inferiore della personalità, ombra come archetipo e ombra come immagine archetipica.
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